Continua indisturbata l’aggressione all'ambiente a colpi di delibere della Giunta Regionale.
Nei giorni scorsi, con la delibera n.683 del 26 giugno, la Giunta regionale ha disposto la vendita di beni regionali allo scopo di reperire fondi per ripianare il grave deficit finanziario del sistema sanitario regionale, come peraltro disposto dalla delibera n.596 del 15 giugno u.s.
In particolare è stata disposta l’alienazione della azienda “Pantano Basso” in agro di Termoli, una importante fetta di territorio di circa 97 ettari, finora sopravvissuta all’aggressione della speculazione edilizia che imperversa ormai inarrestabile in una zona già gravemente compromessa dal punto di vista ambientale e paesaggistico.
Ancora una volta, per riparare ai danni della cattiva gestione sanitaria, la collettività vedrà sottrarsi risorse e parte di patrimonio pubblico, con l’aggravante del rischio speculazione ed impatto ambientale che ne deriverà.
Anziché svendere l’immobile (valore stimato 18 milioni di euro, un succulento investimento per speculatori ed immobiliaristi che ne trarranno, entro breve, lauti ricavi di gran lunga superiori) decisamente meglio sarebbe stato conservare la struttura e, considerate le peculiarità e le potenzialità, affidarla ad enti di ricerca del settore agro alimentare, magari all’ università, preservando in tal modo la naturale origine della struttura e scagionando il rischio di ricadute negative in termini di saccheggio del territorio.
Altra nota dolente sarà la proposta di delibera n. 165 a firma del consigliere Berardo che si discuterà nel consiglio di domani 14 luglio. Tale proposta prevede l’abrogazione della legge Regionale n.15 del 21 maggio 2008 in materia di regolamentazione degli insediamenti degli impianti eolici e fotovoltaici sul territorio regionale.
In particolare, la legge 15 impone, tra l’altro, l’individuazione di fasce di rispetto, il divieto di impianti off shore, limiti minimi e massimi di potenza installabile.
Come noto, la citata normativa non mette in discussione la possibilità di installazione di centrali da fonti energetiche rinnovabili ma ne regolamenta la diffusione preservando alcune aree di particolare pregio paesaggistico, storico, artistico, culturale e turistico, che rischierebbero di veder deturpate parti di territorio da insediamenti che, seppur a scopo di produzione di energia pulita, hanno un impatto ambientale considerevole.
E opportuno ricordare che la legge in questione è stata impugnata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e, ad oggi, siamo in attesa di pronuncia nel merito da parte della Corte Costituzionale.
Chiaro che la Regione Molise, onde evitare scomodi ed “imbarazzanti” contenziosi con il governo centrale, preferisce rinunciare alla normativa “anti eolico selvaggio”che tutela il proprio territorio, liberalizzando di fatto il proliferare di pale eoliche senza alcun criterio o regolamentazione.
Nel ribadire la nostra posizione favorevole rispetto agli insediamenti di impianti eolici, purchè regolamentati e non privi di vincoli che rispettino le aree sensibili, riteniamo che la Regione non possa privarsi di uno strumento normativo che tuteli il proprio territorio e le proprie popolazioni da aggressioni speculative e finanziarie che di eco sostenibile hanno ben poco.
In particolare è stata disposta l’alienazione della azienda “Pantano Basso” in agro di Termoli, una importante fetta di territorio di circa 97 ettari, finora sopravvissuta all’aggressione della speculazione edilizia che imperversa ormai inarrestabile in una zona già gravemente compromessa dal punto di vista ambientale e paesaggistico.
Ancora una volta, per riparare ai danni della cattiva gestione sanitaria, la collettività vedrà sottrarsi risorse e parte di patrimonio pubblico, con l’aggravante del rischio speculazione ed impatto ambientale che ne deriverà.
Anziché svendere l’immobile (valore stimato 18 milioni di euro, un succulento investimento per speculatori ed immobiliaristi che ne trarranno, entro breve, lauti ricavi di gran lunga superiori) decisamente meglio sarebbe stato conservare la struttura e, considerate le peculiarità e le potenzialità, affidarla ad enti di ricerca del settore agro alimentare, magari all’ università, preservando in tal modo la naturale origine della struttura e scagionando il rischio di ricadute negative in termini di saccheggio del territorio.
Altra nota dolente sarà la proposta di delibera n. 165 a firma del consigliere Berardo che si discuterà nel consiglio di domani 14 luglio. Tale proposta prevede l’abrogazione della legge Regionale n.15 del 21 maggio 2008 in materia di regolamentazione degli insediamenti degli impianti eolici e fotovoltaici sul territorio regionale.
In particolare, la legge 15 impone, tra l’altro, l’individuazione di fasce di rispetto, il divieto di impianti off shore, limiti minimi e massimi di potenza installabile.
Come noto, la citata normativa non mette in discussione la possibilità di installazione di centrali da fonti energetiche rinnovabili ma ne regolamenta la diffusione preservando alcune aree di particolare pregio paesaggistico, storico, artistico, culturale e turistico, che rischierebbero di veder deturpate parti di territorio da insediamenti che, seppur a scopo di produzione di energia pulita, hanno un impatto ambientale considerevole.
E opportuno ricordare che la legge in questione è stata impugnata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e, ad oggi, siamo in attesa di pronuncia nel merito da parte della Corte Costituzionale.
Chiaro che la Regione Molise, onde evitare scomodi ed “imbarazzanti” contenziosi con il governo centrale, preferisce rinunciare alla normativa “anti eolico selvaggio”che tutela il proprio territorio, liberalizzando di fatto il proliferare di pale eoliche senza alcun criterio o regolamentazione.
Nel ribadire la nostra posizione favorevole rispetto agli insediamenti di impianti eolici, purchè regolamentati e non privi di vincoli che rispettino le aree sensibili, riteniamo che la Regione non possa privarsi di uno strumento normativo che tuteli il proprio territorio e le proprie popolazioni da aggressioni speculative e finanziarie che di eco sostenibile hanno ben poco.
Infine, chiediamo ancora una volta, che la Regione Molise faccia chiarezza e dichiari fermamente la propria posizione nettamente contraria a qualsiasi ipotesi di insediamento di impianti nucleari nella nostra Regione, ponendo fine all’imbarazzante ed inspiegabile silenzio che da tempo, nonostante le insistenti voci che ipotizzano l’ubicazione di una centrale nel basso Molise, perdura dalle stanze di palazzo Moffa su una questione di importanza epocale per la nostra piccola Regione.
Fare Verde ONLUS - Gruppo locale di Campobasso - Tel. 329.4343334
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