13/02/11

PICCOLI INTERESSI DI BOTTEGUCCIA......


PIAZZA PEPE, LA VOGLIAMO COSI' !!!!

In questi giorni finalmente la piazza è tornata ad essere un'area chiusa al traffico, (come lo è stata dal 1990) nel rispetto delle attuali vigenti ordinanze sindacali e non per la volontà di nessun comitato od associazione.
Tali divieti, tutt’oggi perfettamente esistenti, sono stati, negli ultimi mesi, puntualmente disattesi dalla stragrande maggioranza degli automobilisti, evidentemente incoraggiati dalla assoluta tolleranza da parte della polizia Municipale; atteggiamento che nel tempo ha dato luogo all’errata convinzione diffusa che la piazza fosse stata riaperta al traffico, come peraltro più volte annunciato dalla stessa amministrazione, ma mai concretizzatosi con nessun atto ufficiale.
Tale situazione ha più volte dato vita a episodi di pubblico pericolo, anche gravi, come l’investimento di una anziana signora, che ha riportato gravi traumi, proprio davanti al Teatro Savoia, nel pieno della caotico Far West alla sfrenata ricerca del posteggio abusivo a due metri dal bancone del locale di fiducia.
Va inoltre considerato che la piazza ospita il Palazzo di Governo, edificio notoriamente considerato “sensibile” e che necessita di particolari misure di sicurezza, come peraltro confermato dalla stessa prefettura che ha espresso diverse perplessità in merito all’annunciata riapertura al traffico.
Sulla mancanza di parcheggi è utile ribadire che non è vero che non ne esistono nell’immediate prossimità del centro; basta pensare al parcheggio della stazione ferroviaria o quello di via Manzoni, perennemente vuoti pur essendo distanti pochi metri dal centro cittadino; ciò dimostra che quello che va cambiato nella nostra città è certamente la mentalità diffusa di dover necessariamente arrivare a non più di tre metri dalla vetrina del negozio desiderato.
E comunque i parcheggi non possono essere considerati come un servizio o un accessorio da includere all’interno delle aree pedonali come fossero panchine, chioschi o cestini gettacarte.
L’automobile è un mezzo che permette di spostarsi, in alternativa ai mezzi pubblici, all’interno della città ma non da nessun diritto, anche in assenza di parcheggi, a fermarla dove lo ritiene utile il conducente (ostruzione degli scivoli, occupazione di marciapiedi, strisce pedonali, doppia fila ecc.). Se il centro città scarseggia di posti auto (ma non è il caso di Campobasso) l’automobilista farebbe meglio ad uscire a piedi oppure utilizzare i mezzi pubblici (che con una maggiore utenza sarebbero certamente obbligati a migliorare il servizio) oppure utilizzare i parcheggi periferici che, come detto, non mancano.
La carenza di posteggi non può autorizzare e non giustifica nessun comportamento irrispettoso delle regole da parte degli automobilisti.
La città intera non può essere concepita in funzione delle automobili, perché la città è anche dei bambini ai quali non si può negare la possibilità di avere un’area tranquilla dove poter giocare senza correre il rischio di essere investiti, è anche degli anziani, è anche delle mamme e dei papà con passeggini e carrozzine, è anche dei disabili, dei ciclisti, dei pedoni; in ordine di importanza le automobili occupano certamente l’ultimo posto, eppure monopolizzano qualunque spazio, spesso limitando in maniera arrogante la libertà di movimento delle altre categorie.
Ancora meno prioritari, per il bene comune, vanno considerati gli interessi economici e commerciali degli esercenti che, seppur legittimi, non possono e non devono influire sulle scelte politiche dell’amministrazione, tenendo in ostaggio la principale piazza di un capoluogo regionale, trasformandola in un parcheggio esclusivo riservato ai clienti.
Ai commercianti di piazza Pepe infine, invitiamo ad uscire dagli steccati del provincialismo e guardare e considerare con interesse quello che accade altrove, in città sia più grandi, sia più piccole, sia del tutto comparabili con Campobasso, dove la creazione e l’allargamento delle aree pedonali è una politica sempre più diffusa e che rinvigorisce ovunque il commercio, rivitalizzando i centri storici e riattirando larghe fasce di consumatori, altrimenti dirottate verso i centri commerciali e la grande distribuzione generalmente posizionati nelle periferie cittadine; il recente esempio di Pescara, dove tutti i commercianti hanno sottoscritto, in accordo con l’amministrazione comunale, la totale chiusura del centro città (molto più esteso di quello campobassano) ne è la più chiara testimonianza.


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