29/04/13



FIRMA DAY 1° MAGGIO 2013
Riprenderti il lavoro. 
OGGI PUOI.

0 RIFIUTI entro il 2020, 50 mila firme già raccolte,  500 mila posti di lavoro dall'indotto del riciclo e della raccolta differenziata "porta a porta

Dopo lo straordinario successo del 1°Firma Day nazionale di due settimane fa gli attivisti della Legge Rifiuti Zero tornano nelle piazze e nelle strade del nostro Paese per continuare a raccogliere firme per la Legge di Iniziativa Popolare. Lo fanno mercoledì Primo Maggio, giorno della festa dei lavoratori.
In Molise si potrà continuare a firmare presso i banchetti che saranno allestiti a Campobasso per tutto il giorno in Piazza municipio e nella mattinata a Montenero di Bisaccia in Piazza delle Libertà.
In meno di due settimane di mobilitazione i volontari di Rifiuti Zero hanno già raggiunto l'obiettivo delle 50mila firme necessarie per presentare la Legge di Iniziativa Popolare, adesso l'asticella si alza: vogliamo moltiplicare di tre quattro, cinque volte questa cifra per dimostrare ai nostri rappresentanti nelle istituzioni la portata della nostra rivoluzione culturale e la sensibilità della popolazione al problema dei rifiuti. Il messaggio dovrà essere chiaro: fate presto, il Paese ve lo chiede.
La scelta del Primo Maggio non è casuale, lavoro è una delle 5 parole (insieme a sostenibilità, ambiente, salute, partecipazione) che rappresentano i fondamenti della Legge Rifiuti Zero. Se infatti la legge Rifiuti Zero venisse approvata in 80 mesi si produrrebbero 500mila posti di lavoro in 80 mesi: sarebbe l'unica grande opera, pulita, verde, proiettata verso un futuro migliore di cui l'Italia avrebbe bisogno.
Firmare per la Legge Rifiuti Zero il Primo Maggio significa, oltre che auspicare un futuro senza discariche e inceneritori, anche dare un'opportunità per il rilancio del paese e dell'occupazione nel nostro Paese. Riprenderti il lavoro, oggi puoi.

11/04/13



 

Legge Rifiuti Zero: per una vera società sostenibile

Fare Verde è tra le associazioni nazionali che sostengono la Proposta di Legge di Iniziativa Popolare “Rifiuti Zero”. Domenica 14 Aprile, anche in Molise ci sarà il Firma Day con gazebo e banchetti informativi.

 

Traguardo possibile: chiusura discariche ed inceneritori. L’obiettivo primario della proposta è la riduzione della produzione dei rifiuti, il riutilizzo ed il riciclo dei materiali fino al 100%, facendo rientrare il ciclo produzione-consumo all’interno dei limiti delle risorse del pianeta, riducendo la nostra “impronta ecologica” sull’ecosistema tramite l’eliminazione degli sprechi e la totale re-immissione dei materiali trattati nei cicli produttivi.
Fare Verde Campobasso, aderendo al comitato nazionale, promuoverà, a partire da domenica 14 aprile una serie di iniziative di sensibilizzazione e raccolta firme, anche in collaborazione con altre realtà che condividono le finalità dell’iniziativa. Al riguardo  il Movimento 5 Stelle Molise,  sposando in pieno le tesi della proposta di legge, ha annunciato il pieno sostegno alla campagna, curando l’allestimento di diversi gazebo nella Regione.
Tra le finalità dell’iniziativa anche il pieno recepimento del risultato referendario del giugno 2011 sull’affidamento della gestione dei servizi pubblici locali, nonché l’adozione di norme che regolano l'accesso dei cittadini e delle associazioni all'informazione e alla partecipazione in materia di rifiuti.
La campagna “legge rifiuti zero” vedrà quindi  in tutta Italia comitati ed associazioni impegnati nella raccolta delle 50.000 firme necessarie per presentare una proposta di legge finalizzata a promuovere ed incentivare una corretta filiera di trattamento dei materiali post-utilizzo, per contrastare e mettere al bando i sistemi fallimentari e nocivi per la salute degli uomini e dell’ambiente che prevedono la distruzione delle risorse e dei materiali come il conferimento in discarica e l’incenerimento.

Sulla tecnologia dell'incenerimento è opportuno ribadire che gli inceneritori non eliminano affatto i rifiuti ma li scompongono trasformandoli in composti e particelle chimiche in gran parte pericolose e necessitano di una discarica di servizio per lo stoccaggio delle frazioni di rifiuti urbano non inceneribili pari a circa i due terzi dei rifiuti selezionati in ingresso agli impianti  nonché ulteriori e speciali discariche per raccogliere le ceneri dei rifiuti bruciati pari ad un terzo dei volumi trattati. Sia le ceneri che le scorie contengono sostanze tossiche quali composti organici clorurati e metalli pesanti derivati dalla scissione chimica nel processo termico, le prime normalmente ad elevata concentrazione tanto da essere classificate rifiuti pericolosi.
Non a caso la tecnologia dell’incenerimento dei rifiuti è da sempre oggetto di fortissimo contrasto da parte di settori della ricerca scientifica, della medicina ambientale e della medicina oncologica, essendo tali impianti classificati come “impianti insalubri di classe I°”. Organizzazioni civiche delle popolazioni residenti nei territori che ospitano impianti esistenti od in progettazione, a seguito di numerosi studi ed indagini epidemiologiche hanno sviluppato la consapevolezza che  l'emissione di particolato atmosferico prodotto dalla combustione è associata alla presenza di  molecole conosciute (diossine, pcb, furani, composti alogenati) con azione cancerogena e mutagena di cui sono noti gli effetti letali sulla salute umana e l’azione irreversibile di contaminazione della catena biologica.

 Ciò nonostante, l’incenerimento dei rifiuti viene spesso proposto da governi ed amministrazioni quale soluzione risolutiva al problema dei rifiuti e per questo ha  da sempre goduto di interventi normativi incentivanti, come il regime cosiddetto CIP6 o attualmente quello dei certificati verdi che, anacronisticamente, rilanciano gli incentivi all’incenerimento della parte biodegradabile e riciclabile dei rifiuti e rappresentano di fatto un ostacolo concorrenziale che ha distorto e fortemente limitato sinora lo sviluppo delle pratiche e delle tecnologie legate al riciclo e recupero dei materiali.

Puntando invece a strategie incentrate sul risparmio dei materiali e sulla riduzione dei rifiuti, minimizzando sino ad annullarlo il ricorso allo smaltimento viene tra l’altro rafforzata la prevenzione primaria delle malattie attribuibili ai rischi indotti da inadeguate modalità di gestione dei rifiuti,  con riflessi positivi anche sulla qualità della vita e sulla salute pubblica.
Strategia, quella “Rifiuti Zero”, che mira quindi a spostare le risorse utilizzate per lo smaltimento e dall’incenerimento verso la riduzione, il riuso e il riciclo attraverso meccanismi economici automatici di premiazione dei soggetti che, applicando le più virtuose pratiche, ottengono i migliori risultati  e, viceversa, penalizzando i soggetti che continuano ad applicare pratiche contrarie, per affermare il principio del  “chi inquina paga” e prevedendo la responsabilità civile e penale  per il reato di danno ambientale, con particolare attenzione ai reati commessi da soggetti industriali.

Il primo comune italiano ad aderire alla strategia Rifiuti Zero è stato Capannori (LU) in Toscana. Al 2013 sono circa 80 i comuni italiani aderenti alla Strategia Rifiuti Zero, per un bacino complessivo di oltre 2.000.000 di abitanti.
I banchetti in programma per la  raccolta firme Domenica 14 Aprile 2013:

Campobasso    Piazza Municipio     ore 10.30-13.00/16.00-20.00
Isernia          Piazza Stazione     ore 9.00-13.00/16.00-20.00
Termoli      Piazza Monumento    ore 18.00-20.30
Guglionesi   Villa Comunale Castellana   ore 10.30-13.00
San Martino in Pensilis  Piazza Umberto I     ore 10.30-13.00


04/04/13

FARE VERDE Campobasso ha aderito al comitato promotore della proposta di legge d'iniziativa popolare RIFIUTI ZERO, e nè è referente per la regione Molise.


Rifiuti Zero è una strategia che si propone di riprogettare la vita ciclica delle risorse in modo tale da riutilizzare tutti i prodotti, facendo tendere la quantità di rifiuti da conferire in discarica allo zero, contrapponendosi alle pratiche che prevedono necessariamente un processo di incenerimento o discarica. Il processo assomiglia al riutilizzo delle risorse fatto dalla natura. Tra i suoi maggior teorizzatori vi è il prof. Paul Connett, docente della St. Lawrence University (Canton).

Nell'industria questo processo coinvolge la creazione di attrezzature differenti da quelle utilizzate nella normale produzione capaci di rigenerare prodotti già utilizzati. Un esempio può essere il ciclo di una bottiglia di vetro per il latte. La risorsa iniziale è la sabbia silicica, la quale viene trasformata in vetro e successivamente in una bottiglia. La bottiglia viene riempita di latte e distribuita al consumatore. Al momento, i normali metodi di gestione dei rifiuti dispongono che la bottiglia venga gettata in discarica. Ma con il metodo Rifiuti Zero la bottiglia può essere affittata al momento dell'acquisto tramite un deposito, e viene riportata indietro dopo l'utilizzo. La bottiglia viene quindi lavata, riempita e rivenduta. L'unico materiale sprecato è l'acqua di risciacquo e l'energia utilizzata viene ridotta al minimo.

Rifiuti Zero può rappresentare un'alternativa economica al sistema dei rifiuti tradizionale, dove nuove risorse vengono continuamente utilizzate per rimpiazzare le risorse finite in discarica. Può anche rappresentare un'importante alternativa per l'inquinamento visto che la discarica produce una quantità significativa di inquinamento ambientale.

Schematicamente è possibile riassumere la strategia Rifiuti Zero in tre punti:
  1. eliminare l'incenerimento dei rifiuti e strutturare un sistema di raccolta che aumenti la quantità di materiale differenziabile ed ottimizzi la qualità del materiale da riciclare, diminuendo contestualmente la quantità di rifiuti prodotti;
  2. incentivare il riuso del materiale riciclato, la riparazione di oggetti e operare scelte di vita che diminuiscano la percentuale di scarti (es. uso di prodotti alla spina);
  3. sostenere la progettazione e la produzione di prodotti totalmente riciclabili, riutilizzabili e riparabili.
Il primo comune italiano ad aderire alla strategia Rifiuti Zero è stato Capannori (LU) in Toscana. Al 2013 sono circa 80 i comuni italiani aderenti alla Strategia Rifiuti Zero, per un bacino complessivo di oltre 2.000.000 di abitanti.