Legge
Rifiuti Zero: per una vera società sostenibile
Fare Verde è tra le associazioni nazionali che
sostengono la Proposta
di Legge di Iniziativa Popolare “Rifiuti Zero”. Domenica 14 Aprile, anche in
Molise ci sarà il Firma Day con gazebo e banchetti informativi.
Traguardo possibile: chiusura discariche ed inceneritori. L’obiettivo
primario della proposta è la riduzione della produzione dei rifiuti, il
riutilizzo ed il riciclo dei materiali fino al 100%, facendo rientrare il ciclo
produzione-consumo all’interno dei limiti delle risorse del pianeta, riducendo
la nostra “impronta ecologica” sull’ecosistema tramite l’eliminazione degli
sprechi e la totale re-immissione dei materiali trattati nei cicli produttivi.
Fare
Verde Campobasso, aderendo al comitato nazionale, promuoverà, a partire da
domenica 14 aprile una serie di iniziative di sensibilizzazione e raccolta
firme, anche in collaborazione con altre realtà che condividono le finalità
dell’iniziativa. Al riguardo il Movimento 5 Stelle Molise, sposando in pieno le tesi della proposta di
legge, ha annunciato il pieno sostegno alla campagna, curando l’allestimento di
diversi gazebo nella Regione.
Tra le finalità dell’iniziativa anche il pieno
recepimento del risultato referendario del giugno 2011 sull’affidamento della
gestione dei servizi pubblici locali, nonché l’adozione di norme che regolano
l'accesso dei cittadini e delle associazioni all'informazione e alla
partecipazione in materia di rifiuti.
La campagna “legge rifiuti zero” vedrà quindi in tutta Italia comitati ed associazioni
impegnati nella raccolta delle 50.000 firme necessarie per presentare una
proposta di legge finalizzata a promuovere ed incentivare una corretta
filiera di trattamento dei materiali post-utilizzo, per contrastare e mettere
al bando i sistemi fallimentari e nocivi per la salute degli uomini e
dell’ambiente che prevedono la distruzione delle risorse e dei materiali come
il conferimento in discarica e l’incenerimento.
Sulla tecnologia dell'incenerimento è opportuno
ribadire che gli inceneritori non eliminano affatto i rifiuti ma li scompongono
trasformandoli in composti e particelle chimiche in gran parte pericolose e
necessitano di una discarica di servizio per lo stoccaggio delle frazioni di
rifiuti urbano non inceneribili pari a circa i due terzi dei rifiuti
selezionati in ingresso agli impianti nonché
ulteriori e speciali discariche per raccogliere le ceneri dei rifiuti bruciati
pari ad un terzo dei volumi trattati. Sia le ceneri che le scorie contengono
sostanze tossiche quali composti organici clorurati e metalli pesanti derivati
dalla scissione chimica nel processo termico, le prime normalmente ad elevata
concentrazione tanto da essere classificate rifiuti pericolosi.
Non a caso la tecnologia dell’incenerimento dei
rifiuti è da sempre oggetto di fortissimo contrasto da parte di settori della
ricerca scientifica, della medicina ambientale e della medicina oncologica,
essendo tali impianti classificati come “impianti insalubri di classe I°”. Organizzazioni
civiche delle popolazioni residenti nei territori che ospitano impianti
esistenti od in progettazione, a seguito di numerosi studi ed indagini
epidemiologiche hanno sviluppato la consapevolezza che l'emissione di particolato atmosferico
prodotto dalla combustione è associata alla presenza di molecole conosciute (diossine, pcb, furani,
composti alogenati) con azione cancerogena e mutagena di cui sono noti gli
effetti letali sulla salute umana e l’azione irreversibile di contaminazione
della catena biologica.
Ciò nonostante, l’incenerimento dei rifiuti viene
spesso proposto da governi ed amministrazioni quale soluzione risolutiva al
problema dei rifiuti e per questo ha da
sempre goduto di interventi normativi incentivanti, come il regime cosiddetto
CIP6 o attualmente quello dei certificati verdi che, anacronisticamente,
rilanciano gli incentivi all’incenerimento della parte biodegradabile e
riciclabile dei rifiuti e rappresentano di fatto un ostacolo concorrenziale che
ha distorto e fortemente limitato sinora lo sviluppo delle pratiche e delle
tecnologie legate al riciclo e recupero dei materiali.
Puntando
invece a strategie incentrate sul risparmio dei materiali e sulla riduzione dei
rifiuti, minimizzando sino ad annullarlo il ricorso allo smaltimento viene tra
l’altro rafforzata la prevenzione primaria delle malattie attribuibili ai
rischi indotti da inadeguate modalità di gestione dei rifiuti, con riflessi positivi anche sulla qualità
della vita e sulla salute pubblica.
Strategia,
quella “Rifiuti Zero”, che mira quindi a spostare le risorse utilizzate per lo smaltimento e
dall’incenerimento verso la riduzione, il riuso e il riciclo attraverso
meccanismi economici automatici di premiazione dei soggetti che, applicando le
più virtuose pratiche, ottengono i migliori risultati e, viceversa, penalizzando i soggetti che
continuano ad applicare pratiche contrarie, per affermare il principio del “chi inquina paga” e prevedendo la responsabilità civile e
penale per il reato di danno ambientale, con particolare attenzione ai reati commessi da
soggetti industriali.
Il primo comune italiano ad
aderire alla strategia Rifiuti Zero è stato Capannori (LU) in Toscana. Al 2013
sono circa 80 i comuni italiani aderenti alla Strategia Rifiuti Zero, per un
bacino complessivo di oltre 2.000.000 di abitanti.
I banchetti in
programma per la raccolta firme Domenica
14 Aprile 2013:
Campobasso Piazza Municipio ore
10.30-13.00/16.00-20.00
Isernia
Piazza Stazione ore
9.00-13.00/16.00-20.00
Termoli Piazza
Monumento ore
18.00-20.30
Guglionesi
Villa Comunale Castellana ore 10.30-13.00
San
Martino in Pensilis Piazza Umberto
I ore 10.30-13.00