Al di là del Matese, lontano dagli occhi e dalle rotte battute dai trafficanti di veleni da vent'anni a questa parte. Si sono trasferiti là, in Molise, gli ecomafiosi collegati al clan dei Casalesi, gli uomini che hanno gestito il trasporto dei rifiuti tossici fino alle discariche, ormai sequestrate e inagibili, di Giugliano, Licola, Parete.Operano soprattutto in provincia di Isernia, non disdegnano quella di Campobasso dove corteggiano due impianti autorizzati dalla Regione: la discarica di Montagano e il depuratore Cosib di Termoli.Il monitoraggio avviato dalle associazioni ambientaliste molisane e dalle Procure di Santa Maria Capua Vetere, Larino e Isernia segnala il rischio di infiltrazioni camorristiche e la presenza di imprenditori del settore.Come i fratelli Caturano di Maddaloni e Toni Gattola, cognato del capozona casalese di Cancello Arnone e controllore della discarica Magest di Licola, già coinvolti in varie inchieste - da Re Mida a Madre Terra - sullo smaltimento illegale dei rifiuti. L'indagine conoscitiva conferma, dunque, quanto già segnalato nel 2008 dalla Dda di Campobasso, e cioè che «il Molise è diventato il punto finale di arrivo per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, dove è facile occultare discariche abusive con la compiacenza di alcuni proprietari corrotti» . Sul tavolo dei magistrati di Larino è finito, nei giorni scorsi, il dossier-denuncia frutto di un'inchiesta pubblicata sul sito Primonumero.it sull'attività del depuratore e sul via vai di automezzi sospetti. «Dal lunedì al venerdì - è scritto - c'è un traffico di camion gialli con la scritta in rosso "Autotrasporti Caturano", per trasporto rifiuti, nel tratto Caianello-Venafro-Isernia-Bojano sino ad entrare nella zona di Campobasso: ma da lì se ne perdono le tracce». Antonio Caturano, viene ricordato, fu arrestato alcuni anni fa per ordine della Procura di Napoli (il pm Cristina Ribera, oggi alla Dda) nei pressi del cementificio Colacem di Venafro. Stava trasportando rifiuti tossici spacciati per fertilizzanti e destinati alla concimazione dei terreni agricoli, stesso sistema utilizzato in provincia di Caserta, dove sono state avvelenate decine di ettari di terreno, e documentato nelle due inchieste «Madre Terra». A far scattare l'allarme, lo smaltimento a Termoli del percolato prodotto dal consorzio unico di Napoli-Caserta; dalla discarica Colleferro, alle porte di Roma; dalla Ecoambiente di Casoria. Ma non basta. La Procura di Campobasso si starebbe interessando della discarica di Montagano nella quale, dall'agosto scorso, la Giuliani Environment è autorizzata a costruire e gestire un impianto per lo stoccaggio di rifiuti pericolosi. Denunciano le associazioni ambientaliste: ogni anno arrivano nella discarica di Montagano circa 50.000 tonnellate di rifiuti, non solo da Molise, e camion senza alcuna autorizzazione prefettizia di cui non si conosce né il carico né la provenienza. Aggiunge il consigliere regionale del Pd Michele Petraroia: «Si è accertato che ci sono circa 36.000 tonnellate di rifiuti, un quarto del totale dei rifiuti conferiti nelle discariche molisane, provengono da altre regioni, contrariamente a quanto dispone la normativa nazionale». E Isernia? La situazione è tutt'altro che sotto controllo. Sono una ventina le discariche abusive segnalate e sequestrate negli ultimi due anni. E non è ancora dimenticata la vicenda di Fragnete e di Colle Santa Maria, sversatoi nei quali è finito di tutto (dai rifiuti urbani a quelli chimici) e mai bonificati.
26/10/10
I clan portano i veleni in Molise!
Al di là del Matese, lontano dagli occhi e dalle rotte battute dai trafficanti di veleni da vent'anni a questa parte. Si sono trasferiti là, in Molise, gli ecomafiosi collegati al clan dei Casalesi, gli uomini che hanno gestito il trasporto dei rifiuti tossici fino alle discariche, ormai sequestrate e inagibili, di Giugliano, Licola, Parete.Operano soprattutto in provincia di Isernia, non disdegnano quella di Campobasso dove corteggiano due impianti autorizzati dalla Regione: la discarica di Montagano e il depuratore Cosib di Termoli.Il monitoraggio avviato dalle associazioni ambientaliste molisane e dalle Procure di Santa Maria Capua Vetere, Larino e Isernia segnala il rischio di infiltrazioni camorristiche e la presenza di imprenditori del settore.Come i fratelli Caturano di Maddaloni e Toni Gattola, cognato del capozona casalese di Cancello Arnone e controllore della discarica Magest di Licola, già coinvolti in varie inchieste - da Re Mida a Madre Terra - sullo smaltimento illegale dei rifiuti. L'indagine conoscitiva conferma, dunque, quanto già segnalato nel 2008 dalla Dda di Campobasso, e cioè che «il Molise è diventato il punto finale di arrivo per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, dove è facile occultare discariche abusive con la compiacenza di alcuni proprietari corrotti» . Sul tavolo dei magistrati di Larino è finito, nei giorni scorsi, il dossier-denuncia frutto di un'inchiesta pubblicata sul sito Primonumero.it sull'attività del depuratore e sul via vai di automezzi sospetti. «Dal lunedì al venerdì - è scritto - c'è un traffico di camion gialli con la scritta in rosso "Autotrasporti Caturano", per trasporto rifiuti, nel tratto Caianello-Venafro-Isernia-Bojano sino ad entrare nella zona di Campobasso: ma da lì se ne perdono le tracce». Antonio Caturano, viene ricordato, fu arrestato alcuni anni fa per ordine della Procura di Napoli (il pm Cristina Ribera, oggi alla Dda) nei pressi del cementificio Colacem di Venafro. Stava trasportando rifiuti tossici spacciati per fertilizzanti e destinati alla concimazione dei terreni agricoli, stesso sistema utilizzato in provincia di Caserta, dove sono state avvelenate decine di ettari di terreno, e documentato nelle due inchieste «Madre Terra». A far scattare l'allarme, lo smaltimento a Termoli del percolato prodotto dal consorzio unico di Napoli-Caserta; dalla discarica Colleferro, alle porte di Roma; dalla Ecoambiente di Casoria. Ma non basta. La Procura di Campobasso si starebbe interessando della discarica di Montagano nella quale, dall'agosto scorso, la Giuliani Environment è autorizzata a costruire e gestire un impianto per lo stoccaggio di rifiuti pericolosi. Denunciano le associazioni ambientaliste: ogni anno arrivano nella discarica di Montagano circa 50.000 tonnellate di rifiuti, non solo da Molise, e camion senza alcuna autorizzazione prefettizia di cui non si conosce né il carico né la provenienza. Aggiunge il consigliere regionale del Pd Michele Petraroia: «Si è accertato che ci sono circa 36.000 tonnellate di rifiuti, un quarto del totale dei rifiuti conferiti nelle discariche molisane, provengono da altre regioni, contrariamente a quanto dispone la normativa nazionale». E Isernia? La situazione è tutt'altro che sotto controllo. Sono una ventina le discariche abusive segnalate e sequestrate negli ultimi due anni. E non è ancora dimenticata la vicenda di Fragnete e di Colle Santa Maria, sversatoi nei quali è finito di tutto (dai rifiuti urbani a quelli chimici) e mai bonificati.
25/10/10
FARE VERDE scrive all'assessore all'ambiente della Regione Campania
21/10/10
COMITATO PARCO PUBBLICO EX ROMAGNOLI
19/10/10
MOBILITAZIONE CONTRO la DISCARICA
Discarica di rifiuti tossici sul fiume Biferno in località Santo Ianni a Montagano:
è iniziata la mobilitazione.
Alcune immagini della bella manifestazione di sabato 16 ottobre dove Fare Verde è intervenuta per ribadire l'importanza del corretto ciclo dei rifiuti a partire dalla riduzione a monte fino al riciclaggio, pratiche praticamente sconosciute nella nostra Regione dove Assessori incompetenti in materia ambientale continuano ad inseguire i pessimi modelli campani delle discariche e degli inceneritori.
15/10/10
...PRECISAZIONI
EX ROMAGNOLI: le precisazioni dell'Avvocato Pino RUTA sul giudizio del Consiglio di Stato in merito al Masterplan di Campobasso |
Nella qualità di legale e difensore delle associazioni ambientaliste (Codacons e Fare Verde) ricorrenti contro il Master Plan (maxi cementificazione di 28.000 mq al centro della città di Campobasso posta in essere dalla Regione Molise) ritengo opportuno fornire qualche precisazione, tutt’altro che secondaria, soprattutto dopo avere letto il comunicato stampa (addirittura pubblicato anche sull’ANSA) inviato dalla Presidenza della Giunta Regionale in merito all’esito del giudizio pendente dinanzi al Consiglio di Stato: |
13/10/10
NO agli INCENERITORI nel MOLISE!
Mobilitarsi oggi è un dovere per ognuno di noi.
Per noi, i nostri figli, i nostri nipoti, le future generazioni.
FARE VERDE aderisce alla manifestazione indetta dal comitato per il NO agli inceneritori nel Molise CONTRO LA DELIBERA REGIONALE n.674 del 06 agosto 2010 che autorizza la Giuliani Environment alla realizzazione e gestione di un centro di stoccaggio di rifiuti pericolosi in agro di Montagano, località Colle Santo Ianni.
In particolare è stato autorizzato lo stoccaggio di rifiuti pericolosi come acido solforico e solforoso, idrossido di calcio, carbone attivo e filtri dell’olio, pitture e vernici di scarto contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose, residui di vernici o di sverniciatori, soluzioni di industrie cinematografiche, solventi, tubi fluorescenti ed altri rifiuti contenenti mercurio. I quantitativi massimi di trattamento annuo autorizzato arrivano, per singola categoria di rifiuti, fino a 156 tonnellate. A questi si aggiungono una serie infinita di rifiuti “non pericolosi” che vanno dalle batterie, ai fanghi e rifiuti acquosi contenenti adesivi, sigillanti, pitture, vernici e inchiostro, ai liquidi antigelo, toner per stampa esauriti, pastiglie per freni, miscele bituminose, scarti in gomma, pneumatici fuori uso, olio e grassi commestibili.
Il raduno è previsto per sabato 16 OTTOBRE alle ore 10:00 alla DISCARICA DI MONTAGANO, l’appuntamento è all’ingresso dell’impianto - Km 31,00 della Bifernina presso l’officina Scherino -
Per informazioni ed adesioni: 329.43.43.334
11/10/10
SAEPINUM, 10 Ottobre 2010
Due le richieste fondamentali che da tempo sta portando avanti la rete, anche attraverso una petizione: l’urgente riapertura del confronto istituzionale presso la Giunta Regionale per la modifica della Legge Regionale n. 22 del 7 agosto 2009 e l’emanazione di nuove Linee Guida Regionali.
Del resto più volte la rete ha sottolineato che il Consiglio Regionale del Molise con Delibera n. 314 del 13.12.2007 e con articolo 2 lettera f) della Legge Regionale n.15 del 21.05.2008 si è pronunciato contro l’eolico selvaggio,successivamente tale legge è stata abrogata con la Legge Regionale n.22 del 7.8.2009 che presto, stando a quanto emerso dall’incontro potrebbe essere modificata.
Al tavolo dei relatori l’assessore regionale all’Ambiente Salvatore Muccilli, il presidente nazionale di Fare Verde, Massimo De Maio, il consigliere regionale Michele Petraroia e Simone Cretella di Fare Verde Molise.
Tanti gli uditori che hanno posto domande numerose soprattutto a Muccilli. Cretella ha aperto i lavori sottolineando la volontà di quasi tutti i partecipanti alla rete che non va a contrastare l’eolico in generale ma soltanto quello selvaggio, non ponderato e dannoso.Il primo intervento è
stato del consigliere Petraroia che ha sottolineato la necessità di concretezza, ha ripercorso l’iter dei sostenitori della rete ricordando che a Roma tutti i gruppi politici hanno votato a sostegno della rete. Di natura più tecnica ed esplicativa l’intervento di De Maio di Fare Verde che con molti
esempi pratici ha spiegato perchè anche le fonti rinnovabili necessitano di risparmio. “ Di fronte al grandissimo problema energetico che in realtà sta investendo tutto l’occidente ed i paesi emergenti- spiega De Maio- non è più possibile applicare dei modelli economici e culturali che appartenevano ad un tipo di produzione energetica che oggi non può più essere attuata; in realtà sull’eolico Fare verde non ha una posizione totalmente contraria, semplicemente , vorremmo che anche all’eolico fosse applicato il concetto della piccola scala. E’ una battaglia molto difficile perché di fronte abbiamo dei poteri molto forti che hanno interesse a mantenere centralizzata la produzione dell’energia elettrica, hanno interesse a tenere nelle proprie mani anche il destino energetico.
Noi vogliamo che ci sia un cambio nel modello di produzione e consumo dell’energia, auspichiamo che la Regione Molise si possa dotare di una strategia che soddisfi due punti principali:utilizzo razionale di energia e produzione di una rivalutazione del fabbisogno locale”. Di seguito sono intervenuti l’assessore provinciale al Turismo Montanaro che ha portato il sostegno della Provincia, ed ancora i rappresentanti di vari gruppi della rete tra cui ricordiamo Oreste Rutigliano di Italia Nostra, il rappresentante dell’associazione romana “ Forche Caudine” e Gabriele Di Bella, consigliere comunale di Sant’Elena Sannita. Hanno rivolto per lo più parole dure alla politica locale, agli accadimenti ed al loro triste e quasi apatico evolversi.
(Tratto da "Il quotidiano del M;olise dell'11 ottobre 2010)
06/10/10
Domenica 10 Ottobre 2010 ore 10.15 INCONTRO DIBATTITO : ENERGIE RINNOVABILI E TUTELA DEL TERRITORIO: QUALI SOLUZIONI AL PROBLEMA ENERGETICO?
Domenica 10 ottobre, presso il presidio di Altilia, un incontro dibattito sul tema
con l’Assessore Muccilli
Il gruppo locale di FARE VERDE, associazione di protezione ambientale, ha organizzato, per il giorno domenica 10 ottobre, con inizio alle ore 10.15, un incontro dibattito sul tema “energie rinnovabili e tutela del territorio: quali soluzioni al problema energetico?” in cui interverranno il presidente nazionale di FARE VERDE, dott. Massimo De Maio, l’assessore all’Ambiente e Territorio della Regione Molise Salvatore Muccilli ed il consigliere Michele Petraroia.
L’incontro sarà ospitato nell’ambito delle iniziative promosse della rete delle associazioni e dei comitati contro l’”Eolico Selvaggio”, di cui Fare Verde fa parte, che dallo scorso 29 settembre stanno tenendo un presidio permanente presso l’ingresso dell’area archeologica di Altilia - Sepino, allo scopo di tenere alta l’attenzione su una così importante e sentita questione, di interesse dell’intera regione.
L’iniziativa nasce dalla convinzione della necessità dell’apertura di un tavolo di confronto e trattativa tra istituzioni e società civile, rappresentata ad oggi da ben 73 tra comitati ed associazioni aderenti alla rete; confronto da tempo auspicato ma fino ad oggi puntualmente rifiutato proprio dai rappresentanti della Regione Molise.
Scopo principale dell’incontro sarà quello di illustrare le posizioni della rete dei comitati e ribadire che nessuna delle associazioni si oppone all'eolico in quanto tale; la mobilitazione nasce dall’invasione smodata ed incontrollata che sta subendo il Molise, in assenza di una legge che ne regolamenti e disciplini la diffusione, soprattutto nelle aree di interesse paesaggistico, culturale ed archeologico.
Tale vuoto normativo si è venuto a creare con l’adozione della legge regionale 22 (c.d. legge “Berardo”), che ha di fatto liberalizzato la diffusione delle centrali eoliche anche nelle aree più significative, ZPS e SIC compresi, trasformando il territorio regionale in una vera e propria terra di conquista da parte di spregiudicate società spinte solo da interessi economici privati e non certo da ambizioni naturalistiche, spesso con forte rischio di collusione con ambienti malavitosi, come di recente denunciato anche dal ministro Tremonti.
Sarà anche l’occasione per illustrare alcune proposte alternative in materia di produzione di energia, risparmio energetico e tutela ambientale che FARE VERDE intende sottoporre all’attenzione della classe politica regionale, anche alla luce di esperienze maturate in altre realtà italiane più virtuose e decisamente più rispettose dei propri paesaggi e dei propri territori.
CAMPOBASSO, 08 Ottobre 2010
FARE VERDE Molise
Tel. 329.4343334
www.fareverde.it
www.fareverdecampobasso.blogspot.it