29/04/09

A CHERNOBYL SI E’ FUSA UNA ILLUSIONE: LIBERIAMOCI DAL NUCLEARE!


E’ trascorso in sordina l’anniversario della tragedia di Chernobyl che il 26 aprile 1986 provocò il più grave disastro nucleare della nostra storia, provocando da lì agli anni a venire oltre mezzo milione di morti.
Evidentemente di questi tempi, non è conveniente riportare alla mente quegli eventi che hanno dimostrato al mondo che il nucleare non può garantire in alcun modo la sicurezza né nostra, né delle future generazioni, come dimostrato anche dallo stillicidio di incidenti più o meno gravi a cui abbiamo assistito dal l’86 ad oggi in impianti, anche di ultima generazione, in Giappone, Spagna, Gran Bretagna, Francia, fino ad arrivare ai più recenti Krsko (SLO) e Tricastin (F). Incidenti non sempre tempestivamente resi noti, anzi, a volte sono trascorsi mesi prima che ne filtrasse notizia.
Notizie evidentemente imbarazzanti di questa epoca di ritorno al nucleare, una scelta costosa, antiquata, pericolosa, dai tempi lunghi, dannosa per l’ambiente e con tantissimi problemi tuttora irrisolti.
Il rientro nel tunnel del nucleare voluto dal governo, è una scelta sbagliata che oltre a non risolvere i problemi di approvvigionamento d’energia, ci allontana da soluzioni più moderne e durature.
Il “patto atomico” Sarkozy-Berlusconi prevede la costruzione di 4 centrali, che dovrebbero entrare in funzione verso il 2020. A queste, si aggiungeranno almeno altri 4-6 impianti, per arrivare a coprire il fabbisogno nazionale per il 25%. 10 nuove centrali nucleari, con un investimento tra i 30 e i 50 miliardi di euro: un affare lucroso per i potenti gruppi energetici nazionali e internazionali, ma pessimo per il popolo italiano, che si troverà tra le mani una tecnologia costosa, obsoleta e pericolosa e sconveniente sul piano che negli ultimi decenni è stata accantonata in tutto il mondo occidentale proprio perché non conveniente.
Lo conferma l’esperienza degli Stati Uniti, dove il mercato dell’energia è liberalizzato, e dove dal 1984 non si costruiscono più nuove centrali (anche il tentativo di Bush, di rilanciarle con incentivi pubblici, è fallito). E’ costosa la tecnologia, la costruzione delle centrale, l’approvvigionamento dell’uranio (il cui costo è aumentato nei soli ultimi 4 anni del 1.300 %, e tende ad aumentare ulteriormente). Ed estremamente costosa è la fase di smantellamento, il decommissioning, un costo che i fans del nucleare non prendono mai in considerazione, ma che sarà scaricato sulle future generazioni: nel Regno Unito, la Nuclear Decomissioning Authority, incaricata di gestire lo smantellamento delle centrali britanniche più antiquate, ha stimato, nel 2008, in 83 miliardi di sterline (circa 104 miliardi di euro) il costo probabile dell’operazione. E in Italia, la Sogin, incaricata di smantellare il sistema nucleare italiano attivo prima del referendum del 1987, ha già speso, tra il 2000 ed il 2006, ben 676 milioni di euro, ottenendo un misero 6% di avanzamento lavori (8% a fine 2007).
Miliardi di euro spesi, per altro, per un investimento antiquato. La tecnologia proposta, dei reattori EPR di cosiddetta III generazione (detti anche evolutivi, in quanto rappresentano una semplice evoluzione di quelli di seconda generazione, cui apparteneva l’impianto di Chernobyl), ha i tempi contati. Allo studio sono oggi gli impianti di IV Generazione, da cui ci si attende non solo maggiore efficienza e sicurezza, ma anche la possibilità di recuperare le stesse scorie. Le centrali promesse da Sarkozy entrerebbero in funzione tra almeno 10 anni, per risultare, subito dopo, già antiquate. Anche il premio Nobel Rubbia consiglia di aspettare, per non investire su una tecnologia che appena entrata in funzione sarà già obsoleta.
Irrisolto, per altro, è ancora il problema del deposito delle scorie nucleari, con l’impossibilità di trovare un sito che assicuri un tranquillo stoccaggio attraverso i secoli, al riparo da sconvolgimenti naturali (terremoti, alluvioni …) o umani (guerre, terrorismo). Ad oggi, nessun paese al mondo ha ancora realizzato un suo deposito definitivo. E in Italia, dopo la figuraccia di Scanzano Jonico, il governo avrebbe fatto bene a pensarci meglio, prima di ripiombare nel tunnel atomico che è ambientalmente sconveniente anche perché allontana dalla fonti rinnovabili e dal risparmio energetico.
Quella nucleare è una via molto costosa, che richiede l’impegno di grandi risorse finanziarie che danno un minimo contributo a favore dell’ambiente: secondo un calcolo di Greenpeace, anche raddoppiando entro il 2030 i 439 reattori oggi in funzione nel mondo (e con una spesa tra i 1.000 ed i 2.000 miliardi), si otterrebbe un abbattimento del 5% scarso delle emissioni di Co2. In linea con tale stima, anche il Rapporto Energia e Ambiente 2007 dell’ENEA, che prevede (scenario al 2020) un contributo delle centrali atomiche alla riduzione nella produzione di emissioni di CO2 del 6% (e del 10% nel 2040), mentre il solo miglioramento dell’efficienza energetica negli usi finali consentirebbe già nel 2020 una riduzione del 45% delle emissioni e un risparmio in bolletta di 5 miliardi di euro l’anno.
Ben più utile, all’ambiente, ai cittadini ma anche all’economia e all’occupazione, sarebbe dirottare gli investimenti previsti per il nucleare a favore delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, assicurarando occupazione diffusa e competitività per le nostre aziende nazionali. Il nucleare, invece, costituisce un affare per pochi e fornisce bassissima occupazione.

Per tutti questi motivi ribadiamo il nostro deciso NO al ritorno al nucleare in Italia, anche in considerazione della scellerata ipotesi di localizzazione di un impianto in Molise.
Chiediamo pertanto, che la Regione Molise, dichiari la sua indisponibilità ad accogliere sul territorio impianti nucleari che esporrebbero i molisani in primis ai rischi di fuoriuscite e contaminazioni radioattive, compromettendo irrimediabilmente ogni possibilità di sviluppo per turismo e agricoltura di qualità, settori su cui la Regione ha finora invece puntato.
Sul piano della produzione energetica, già oggi il Molise contribuisce più che attivamente, e con i suoi numerosi impianti (spesso già gravemente impattanti, come la centrale turbogas di Termoli) produce energia oltre il proprio fabbisogno, contribuendo a soddisfare le necessità delle altre regioni.
Bisogna non cadere nel ricatto delle misure di compensazione e di barattare con un’elemosina economica la qualità della vita dei molisani delle attuali e future generazioni e la possibilità di un autentico sviluppo.
Chiediamo di seguire l’esempio di altre regioni che hanno scelto la strada della denuclearizzazione del loro territorio. La vicina Puglia, ad esempio. O la Sardegna del neo presidente Cappellacci, per citare due governatori di opposto colore che hanno ben chiara la necessità che la qualità della vita e la valorizzazione del territorio delle regioni da loro amministrate sarebbero irrimediabilmente compromesse dalla costruzione di impianti nucleari.


Fare Verde ONLUS - Gruppo locale di Campobasso - Tel. 329.4343334
www.fareverdecampobasso.blogspot.it
http://www.fareverde.it/





28/04/09

VERDE NERO - Noir di ecomafia


Dal 13 maggio prossimo nella caffetteria equosolidale "Morelia" in Via Monsignor Bologna a Campobasso sarà disponibile la nuova collana "VERDE NERO INCHIESTE".

Dopo il grande successo dei romanzi noir sull' ECOMAFIA, una nuova collana di inchieste sui temi ambientali: i più importanti e coraggiosi giornalisti italiani raccontano i grandi scandali del presente.

23/04/09

RICONSEGNAMO IL VERDE AI CAMPOBASSANI


18 APRILE 2009

Incontro-festa per la piantumazione di 7 piccoli arbusti allo scopo di sensibilizzare tutti a rendere più vivibili i nostri quartieri.

L’associazioni “Quartiere Vazzieri” e “Fare Verde” di Campobasso, hanno svolto il giorno 18 aprile 2009 presso l’area pubblica della Lottizzazione Vazzieri 2000, compresa tra via Carducci e via Ungaretti, un inconto - festa per sensibilizzare i cittadini e l’amministrazione all’uso delle aree pubbliche e al loro recupero come aree verdi.

L’evento è stato caratterizzato da una breve ricostruzione dei fatti (che hanno dell’incredibile!), e la collocazione simbolica dei 7 arbusti.

Si evidenzia che è un’area da poco liberata dalla presenza dei capannoni di un impresa edile.

Le associazioni “Quartiere Vazzieri” e “Fare Verde” di Campobasso

21/04/09

CAMPOBASSO CITTA' IN BICI


“Progetto sperimentale di mobilità ciclabile: “Città in Bici, Ufficio della bicicletta “
Vai su: www.campobassocittainbici.netsons.org

08/04/09

FARE VERDE per l' ABRUZZO!



Fare Verde ha deciso di organizzare un CENTRO RACCOLTA AIUTI presso la sede nazionale di VIA ARDEATINA 277 - ROMA

La sede è aperta dalle 10:00 alle 18:00, dal lunedì al venerdì. Nel fine-settimana, siamo disponibili su chiamata. Per informazioni:06 700 5726 - 333 2985 873 - info@fareverde.it

Invitiamo tutti i nostri volontari, iscritti e simpatizzanti di Roma e dintorni a collaborare, anche diffondendo questa comunicazione.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI VAI SU: www.fareverde.it

il 5x1000 DELLE TUE TASSE PER DARE VOCE A CHI NON VOTA


AIUTACI CON IL 5x1000 DELLE TUE TASSE: NON TI COSTA NULLA.
La scelta di essere sempre dalla parte dell'ambiente, senza padrini, senza padroni, di lavorare per una società equa, solidale, ecologica è una scelta che ci costa. Dal 1986 la paghiamoin termini di impegno personale e in termini economici. Da oggi puoi pagarla anche tu, senza sborsare un centesimo in più.
VERSA IL 5x1000 DELLE TUE TASSE A FARE VERDE

Cerchiamo persone che versino il 5x1000 delle loro tasse a Fare Verde ONLUS: da quest'anno è possibile e non costa nulla, come l'8x1000 destinato alla Chiesa Cattolica o alle altre religioni previste dai modelli dell'Agenzia delle Entrate.
Basta compilare la scheda del 5x1000 presente in tutti i moduli per la dichiarazione dei redditi (CUD, 730 e modello Unico), con il codice di Fare Verde ONLUS: 9620 3500 580
Se non sei obbligato a presentare la dichiarazioni dei redditi, ma percepsci redditi (ad esempio la pensione), puoi sempre consegnare solo la scheda, insieme a quella dell'8x1000.


DAI UNA MANO ALL'ASSOCIAZIONE DELLE SCELTE DIFFICILI
Non accettiamo sponsorizzazioniper preservare la nostra libertà di opinione ed espressione, non accettiamo denaro da aziende. Viviamo solo con le quote versate dai nostri soci e i contributi di Amministrazioni Pubbliche (quindi, fondi dei cittadini) che condividono i nostri progetti.
Siamo tutti volontarisiamo forse l'unica Associazione nazionale che non ha neanche una segretaria da pagare. Dal Presidente al semplice iscritto siamo tutti volontari. E' una scelta culturale di impegno disinteressato per l'ambiente, ma è anche un modo per evitare che il denaro e l'economia siano l'unica misura della qualità della nostra vita. Pensaci, il nostro lavoro non retribuito crea servizi senza figurare nei conti del PIL!
Proponiamo il vuoto a rendere sugli imballaggiper ridurre i rifiuti, nonostante lo strapotere economico delle lobby degli imballaggi e degli inceneritori.
Promuoviamo il compostaggio dei rifiuti "umidi"perchè la frazione organica, nonostante sia in termini quantitativi la più importante, è la meno sponsorizzata.
Puliamo il mare d'inverno, puliamo le spiagge a gennaio, quando non servono ai bagnanti e il problema dell'inquinamento del mare non fa audience...
Ad agosto siamo ai campi estivi antincendio in prima persona ci impegnamo per difendere i nostri boschi dalla piaga degli incendi boschivi. Intervenendo direttamente sul fuoco. Senza delegare. Niente. A nessuno.
xFare+verde: la nostra rivista, dal 1995 senza pubblicità difendiamo l'indipendenza editoriale della nostra rivista bimestrale scegliendo di non avere neanche una riga di pubblicità. E ci riusciamo. Dal 1995. Ininterrottamente.
Ci battiamo per il dialogo interetnico in kosovo ci battiamo perchè sia superato l'odio tra serbi e albanesi in Kosovo. Lavorando sulle nuove generazioni.
Siamo al fianco dei più deboli, nel sud del mondo abbiamo "adottato" l'Ospedale di Emekuku, in Nigeria e ci battiamo per promuovere un commercio internazionale equo e solidale.
Fare Verde dal 1986 è l'associazione delle scelte difficili. Quelle che costano caro. è il nostro metodo. Perché l'ambiente non ha bisogno di dichiarazioni, ma di impegno concreto. Da subito. Da tutti.

04/04/09

LO SCIENZIATO DELL'UTRI CI SPIEGA COME FUNZIONA L'AMBIENTE


La grande "scomoda verità" presentata dall'esimio scienziato e senatore, assieme ad altri compagni di brigata dell'aula di Palazzo Madama, consiste in una mozione sul clima, la 1-00107 per l'esattezza, che espone a proposito della ratifica dei protocolli Kyoto e 20-20-20... (Continua la lettura)

01/04/09

Scampato pericolo!! Ed ora PARCO SUBITO!


La sentenza del TAR Molise che ha annullando tutti gli atti con i quali Regione e Comune avevano illegittimamente previsto la costruzione del palazzo della Regione sull'area dell'ex Romagnoli rappresenta una storica vittoria dell’associazionismo che scongiura il rischio di un irreversibile scempio urbanistico a Campobasso.

Ha vinto la volontà della stragrande maggioranza dei Campobassani, ha vinto la perseveranza degli attivisti che animati da passione civica ed amore per la natura e la propria città, hanno portato avanti una battaglia che inizialmente sembrava persa. Ha vinto soprattutto la giustizia contro quel pessimo modo di gestire la cosa pubblica di cui la nostra classe politica è da troppi anni maestra.
Perde invece, una volta tanto, la prepotenza del governatore Iorio (anzi del commissario post-sisma…) che scavalcando tutti e tutto ha tentato maldestramente di sostituire la destinazione a "verde pubblico" dell'area dell'ex Romagnoli con una orrenda cementificazione dell'ultimo spazio aperto al centro città; ha perso anche l’arroganza con la quale Di Fabio, incurante delle oltre 4000 firme di altrettanti cittadini depositate da una delegazione di Cittàsveglia sulla sua scrivania, ci rispose “Il sindaco sono io e si fa quello che dico io…”. Per fortuna ancora per pochi giorni.
Non sono bastati nemmeno i fiumi di parole con i quali l’assessore Vitagliano con il suo apparato di propaganda ha tentato miseramente di spacciare una colata di cemento ed una vasta operazione speculativa che avrebbe comportato il saccheggio della città, come un “prestigioso biglietto da visita per il capoluogo regionale”; così come non è bastata la campagna denigratoria di alcune testate giornalistiche che ci hanno definito addirittura “negazionisti”, “immobiliaristi” o “giustizialisti a tanto al chilo”, invocando persino l’intervento dell’Esercito !!
Tutti poteri forti contro un manipolo di associazioni e cittadini (a dire il vero qualche migliaio…) colpevoli solo di opporsi ad un progetto scellerato che, senza alcuna valutazione urbanistica, avrebbe stravolto l’intero centro di Campobasso con innegabili ripercussioni negative per tutti. O quasi….
Era infatti palese come l’intero Master Plan fosse concepito, scavalcando qualsiasi dibattito o istruttoria, da una ristretta cerchia di persone (stranamente bipartisan…) per ragioni puramente contrattuali e del tutto incuranti di ragioni e parametri urbanistici, sviando completamente anche i più elementari interessi pubblici.
Ed è proprio per queste ragioni che il TAR ha annullato il tutto ritenendolo semplicemente illegittimo.

Ma è già tempo di voltare pagina e guardare avanti. Non si dannino gli inquilini di Palazzo Moffa, ma si diano adesso subito da fare per la costruzione della nuova sede unica della Regione Molise: nessun comitato o pericolosa associazione ambientalista si opporrà mai a tale progetto. Da tempo infatti auspichiamo la realizzazione dell’importante sede istituzionale regionale, ma in un sito idoneo, vicino alle tangenziali e lontano dal già troppo caotico centro città; proprio come accade nelle città moderne a cui si vuole tanto somigliare: meno sperpero di denaro pubblico per gli affitti, servizi più efficienti, meno traffico in città e maggiore qualità della vita.

Alla luce degli sviluppi della vicenda, gli amministratori hanno ora una grande chance per “farsi perdonare”, ed il futuro sindaco di Campobasso, chiunque sia, una ghiotta occasione per dimostrare subito intelligenza e sensibilità verso una questione che ormai è entrata nel cuore dei campobassani: realizzare subito un progetto di riqualificazione dell’ex Romagnoli, per risanare l’attuale situazione di degrado e restituire alla città quell’area sopravvissuta all’aggressione delle betoniere sottoforma di un parco verde, una splendida area attrezzata per bambini, anziani, sportivi e cittadini tutti, che restituisca un po’ di decoro e sostenibilità ad un centro urbano sempre più grigio ed invivibile.

Campobasso, 30 marzo2009

Con cortese invito alla massima diffusione. Il responsabile FARE VERDE per il Molise
Simone CRETELLA


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