26/04/11


Da Chernobyl a Fukushima:

25 anni di buoni motivi per fermare il nucleare.

Il 26 aprile 1986, nell'unità numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl in Ucraina si verificò il più grave incidente nucleare della storia. L'evento, è stato causato dalla sperimentazione dei sistemi di sicurezza ma, dopo l’inizio della prova, il reattore andò subito fuori controllo fino a quando una violenta esplosione scoperchiò il tetto dell’edificio, pesante migliaia di tonnellate. Le barre di combustibile fusero all’innalzarsi delle temperature oltre i 2.000°C. Ne scaturì un incendio che durò per molti giorni ed alla fine si costruì un sarcofago per isolare il reattore danneggiato. L’esplosione ha rilasciato altissimi livelli di radioattività nell’area della Bielorussia, della Russia e dell’Ucraina rendendo necessaria l’evacuazione della popolazione o l'adozione di severe misure di restrizione all'uso agricolo del territorio. All’epoca dell’incidente, 7 milioni di persone, di cui 3 milioni bambini, vivevano in quell’area. A causa di condizioni meteorologiche particolarmente variabili la contaminazione ambientale si estese e ricadde su ampie zone dell’intera Europa, Italia compresa.
L’incidente venne classificato come livello 7 (livello massimo), lo stesso attribuito oggi a quello di Fukushima, nell' International Nuclear Event Scale. In un’ottica di lungo termine, occorreranno alcuni secoli affinché l’inquinamento radioattivo decada. Per diversi decenni persisterà ancora una pesantissima ricaduta sanitaria.

A distanza di 25 anni nulla o quasi è cambiato in materia di sicurezza nucleare. L’impianto di Chernobyl apparteneva alla cosiddetta 2^ generazione, oggi gli impianti più moderni sono della 3^ generazione, detta “evolutiva”: praticamente un restyling della seconda, con gli stessi identici principi di funzionamento e sicurezza. La 4^ generazione non esiste, è per ora solo una ipotesi che nelle migliori delle previsioni si concreterà tra una ventina di anni.

Gli eventi giapponesi di Fukushima dimostrano che il nucleare è troppo fragile, vulnerabile ed espone le popolazioni di interi continenti a rischi insostenibili Le centrali nucleari sono tra l’altro pericolose anche in condizioni di normale funzionamento ed in assenza di incidenti, come dimostrato dall’aumento sistematico di patologie tumorali e delle leucemie, soprattutto nei bambini, in rapporto alla distanza dalle centrali.

Problema irrisolto anche quello delle scorie: nessun paese al mondo fino ad ora ha definito il problema dello smaltimento e dello stoccaggio in sicurezza, problema di cui dovranno farsi carico le future generazioni che saranno condannate a convivere per centinaia, migliaia di anni con gli effetti delle nostre disastrose politiche energetiche.

La storia degli ultimi decenni ha dunque decretato la sconfitta del nucleare: troppo rischioso, troppo costoso, ecologicamente insostenibile, e soprattutto inutile e superfluo se a confronto con risparmio ed efficienza, la vera soluzione moderna ai problemi di approvvigionamento energetico.

Non a caso, sono tanti i paesi nel mondo stanno abbandonando l’idea nucleare, anche dismettendo le centrali. Tranne l’Italia, che con cinquant’anni di ritardo vuole gettarsi nel’avventura nucleare anziché investire nell’efficienza energetica, nel risparmio e nella ricerca e sviluppo delle ben più moderne e sostenibili energie alternative e rinnovabili.

Solo la paura di una sonora bastonata derivante dall’esito del referendum del prossimo giugno ha indotto furbamente il governo al ritiro temporaneo del programma nucleare, una “pausa di riflessione” che altro non è che un sistema truffaldino per evitare il pronunciamento della popolazione attraverso lo strumento referendario. Giusto il tempo di far passare l’onda emotiva ed il vivo ricordo della tragedia giapponese, e se ne riparlerà tra un anno o due, avendo di fatto bypassato l’esito delle urne che avrebbe invece messo definitivamente una lapide sul nucleare italiano.

COMITATO REGIONALE DEL MOLISE “FERMIAMO IL NUCLEARE”

329.43.43.334

www.fermiamoilnucleare.it

fermiamoilnucleare.molise@gmail.com

22/04/11



NUCLEARE: IL GOVERNO SCONFITTO DAI SONDAGGI IMPROVVISA UNA RITIRATA STRATEGICA.

Più che uno stop, quello del governo sembra un pit stop, una pausa strumentale e transitoria per evitare di ricevere una mazzata dagli italiani al referendum e pure alle amministrative. Una ritirata strategica che lasci più tempo all'industria nucleare per riorganizzarsi, ma senza cambiare rotta.

Il piano nucleare del governo, non finisce nel secchio, va solo nel cassetto, pronto a tornare in auge alla prima occasione. La scelta dell’esecutivo di parcheggiare la scelta nucleare non è fatta per convinzione ma per pura convenienza e c’è da aspettarsi che tra un anno o due, passata l’onda emotiva dei recenti eventi giapponesi, sarà varato un nuovo programma atomico, infarcito di fasulle garanzie di maggiori sicurezze, magari con la benedizione della solita cricca di nuclearisti come Chicco Testa, Veronesi, Scajola, Prestigiacomo, Margherita Hack e via discorrendo.

La paura di prendere una sonora bastonata, ampiamente annunciata dai sondaggi, ha indotto il clan nuclearista al governo, ad abbandonare il campo di battaglia senza neanche affrontare il movimento antinucleare. Una vittoria a tavolino che non ci rallegra e che lascia inquietanti sospetti per il futuro: le norme abrogate dal dl Omnibus sono infatti solo quelle riguardanti il quesito referendario e non manifestano una decisa volontà di abbandonare definitivamente la scelta atomica. Insomma, la vera intenzione del governo ci sembra quello di far fallire il referendum nel suo complesso piuttosto che una improvvisa ed imprevedibile svolta ecologista. E lo si era capito già dal mancato accorpamento alle elezioni amministrative che hanno mandato in fumo centinaia di milioni di euro pubblici che potevano certamente essere investiti diversamente.


Vincere con il referendum avrebbe significato mettere una pietra tombale sul nucleare. E non solo in Italia: il referendum italiano può dare ancora più forza ad una strategia europea di graduale uscita dal nucleare, accelerando su efficienza energetica e produzione distribuita da fonti rinnovabili.

Vincere "a tavolino" perché l'avversario si è ritirato permette, invece, al fronte nuclearista di tornare all'attacco quando le acque si saranno calmate. Prima di quanto ci si aspetti e a prescindere da chi governerà l'Italia.

COMITATO REGIONALE DEL MOLISE “FERMIAMO IL NUCLEARE”

329.43.43.334

www.fermiamoilnucleare.it

fermiamoilnucleare.molise@gmail.com

01/04/11


FERMIAMO IL NUCLEARE, NON SERVE ALL’ITALIA!!.

Del nucleare l’unica cosa sicura sono i rischi.

Su iniziativa delle maggiori associazioni ambientaliste si è costituito anche in Molise il comitato “FERMIAMO IL NUCLEARE”, in linea con il più ampio comitato nazionale, formato da oltre 60 associazioni unite per portare gli italiani al voto referendario contro l’energia atomica.

Non c’è solo il ricordo di Chernobyl e la paura per l’immane tragedia di Fukushima, a sostenere le tesi del comitato; se anche non ci fosse un errore umano o un terremoto devastante, ci sono ottime ragioni tecniche ed economiche per fermare il nucleare in Italia, in Europa e nel mondo.

E poco importa se la centrale si faccia o no nella nostra regione. Certamente va considerata l’assoluta inadeguatezza del Molise ad ospitare un simile impianto, ma l’esperienza degli incidenti nucleari insegna che 100, 500, o mille chilometri in più o in meno non scongiurano i devastanti effetti delle contaminazioni; questo non può però essere un alibi per rassegnarsi a circondarsi di reattori nucleari.

Efficienza, riduzione degli sprechi e sviluppo delle energie rinnovabili rappresentano oggi la soluzione al problema energetico, consentendo di raggiungere l’autosufficienza con le sole fonti rinnovabili. Ad oggi, infatti, il nucleare, e qualunque altro sistema di approvvigionamento energetico, servirebbe solo ad alimentare gli sprechi e non i reali bisogni della società, che sono di gran lunga inferiori alla richiesta.

Ma, incurante di tutti e tutto, il governo, facendo approvare al parlamento la legge 99/2009 con il voto di fiducia, in spregio all’esito dei referendum del 1987 ed alla manifesta contrarietà delle regioni italiane ad accogliere installazioni nucleari sui propri territori, sta tentando di riportando l’Italia nel campo minato nucleare, con l’appoggio delle lobbies affaristiche, pronte ad ogni costo ad investire in un affare di almeno 30 miliardi di euro per soli 4 reattori. Un affare per pochi, sulla pelle di tutti gli italiani e soprattutto delle future generazioni.

Energie rinnovabili e nucleare sono 2 scelte alternative tra loro. Ecco perché, smascherando clamorosamente le proprie volontà, il governo ha recentemente deciso di ostacolare lo sviluppo delle energie rinnovabili, settore in grande espansione, per creare le condizioni per poter dire di dover dipendere obbligatoriamente dall’energia atomica, attraverso campagne di disinformazione ed irrealizzabili promesse di indipendenza energetica e sostanziosi risparmi per i cittadini. Eppure le energie rinnovabili offrono importanti opportunità occupazionali, di innovazione, di investimenti distribuiti che sul modello della Germania valgono 15/ 20 volte i risultati occupazionali ottenibili con il nucleare e consentirebbero all’Italia di rispettare entro il 2020 gli impegni presi con l’Europa (20/20/20) per contrastare il cambiamento climatico.

Ed invece, mentre molti e più moderni paesi nel mondo stanno abbandonando l’idea nucleare, persino dismettendo le centrali, l’Italia, con oltre mezzo secolo di ritardo vuole approdare ad un sistema energetico ormai superato, condannato dalla storia, , economicamente ed ecologicamente insostenibile, estremamente pericoloso come dimostrato dagli innumerevoli incidenti, noti e non, accaduti negli ultimi decenni.

Il nucleare, tra l’altro, è pericoloso non solo per gli incidenti ma anche nel funzionamento normale. Popolazioni e lavoratori sono coinvolti dalle conseguenze delle radiazioni anche durante il normale funzionamento delle centrali nucleari, come dimostrano ad esempio studi tedeschi e francesi sull’aumento delle leucemie nei bambini (oltre 3 volte) in rapporto alla distanza dalle emissioni. Del resto le emissioni sono il problema non risolto anche per le scorie radioattive, di cui nessun paese al mondo fino ad ora ha risolto il problema dello smaltimento in sicurezza. Così le aree delle centrali restano contaminate per tempi lunghissimi. Questo la dice lunga sul rapporto che si verrebbe a stabilire con le future generazioni che verrebbero condannate a convivere per centinaia, migliaia di anni con gli effetti delle scorie e delle aree contaminate.

Occorre fermare questa scelta. Il referendum può essere l’occasione per farlo; per arrivare al difficile quorum del 50 % più 1 di votanti e per fare prevalere la cancellazione di questa legge irresponsabile che il Governo ha voluto ad ogni costo. Ulteriore aggravante è il vergognoso mancato accorpamento del referendum alle elezioni amministrative di maggio, con il conseguente sperpero di 400 milioni euro che potevano senz’altro essere spesi in maniera migliore, ancor più in tempo di crisi come quelli che stiamo vivendo.

Per finire con la beffa della moratoria di un anno che il governo ha stabilito, al solo scopo di far passare l’onda emotiva di questi giorni legata ai tristissimi avvenimenti giapponesi. Una subdola operazione di marketing sulla fiducia degli italiani, una vergognosa presa in giro, un tentativo di depotenziare il referendum, nella speranza che la nube radioattiva passi e che la tragedia giapponese venga dimenticata, perché c’è la consapevolezza che dalle urne del referendum verrà fuori una ennesima bocciatura del folle progetto nucleare

“FERMIAMO IL NUCLEARE” Comitato promotore per il Molise:

ECOLOGISTI DEMOCRATICI, FARE VERDE, LEGAMBIENTE, WWF.

per informazioni: 329.43.43.334

fermiamoilnucleare.molise@gmail.com

www.fermiamoilnucleare.it