24/02/10

La CITTA' che VOGLIAMO!


Legambiente, Fare Verde, Unione degli Studenti e Malatesta hanno messo a punto una serie di proposte che saranno portate all'attenzione del Consiglio comunale troppo spesso disattento alle richieste dei cittadini e in particolare dei giovani.
Da anni i ragazzi di Campobasso chiedono ai propri amministratori un "centro di aggregazione". Ora più che mai le associazioni ritengono che sia arrivato il momento di rilanciare questo tema troppo spesso sottovalutato un po' da tutti. "Uno spazio libero, aperto e condiviso può essere una risposta alle decine di studenti che non hanno spazi fdove poter discutere, vedere un film, suonare con la propria band, leggere un libro, sentire un po' di musica e, banalmente, stare insieme . Non è accettabile che l'amministrazione ignori le esigenze dei ragazzi".

Le associazioni intendono aiutare l'amministrazione a risolvere i principlai problemi che riassumono in punti precisi:

-PIANO PER LA MOBILITA' SOSTENIBILE

Troppe auto, la città non è più lo spazio comune dei cittadini, delle relazioni umane, ma è sempre di più un'infrastruttura al servizio dell'automobile: le piazze, i viali, perfino i marciapiedi, sono sottratti alle persone e consegnati alle auto, a danno soprattutto dei soggetti più deboli, come bambini e anziani. Campobasso deve dotarsi di Zone a traffico limitato favorendo l'utilizzo del trasporto pubblico e degli spostamenti non motorizzati (pedonali e ciclabili) tenedo presente che il 44% degli spostamenti urbani in auto sono inferiori ai 5Km. Non è vero che il traffico genera economia, è stato dimostrato l'esatto contrario: nelle ZTL gli esercizi commerciali hanno potenzialmente più clienti tra pedoni e ciclisti che tra gli automobilisti ai quali risulta più difficile trovare parcheggio, pagare il tiket oppure continuare a girare nella città contribuendo all'aumento delle emissioni dannose alla salute.

- RIFIUTI ZERO

La strategia del futuro, che dà posti di lavoro, una nuova economia, meno inquinamento. Verso un 2020 senza rifiuti, solo con materiali a ciclo continuo. Produrre meno rifiuti, ridurre, riutilizzare ciò che ha ancora valore, con i mercatini dell'usato, riciclare materiali, recuperare. Ecco come: accordi con supermarket e centri commerciali per favorire la vendita di prodotti sfusi, il ritiro del vuoto a rendere, i pannolini ecologici per tutti, con più soldi a disposizione dei cittadini. Meno rifiuti, si comincia così. Paghi per quanto produci. Raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale. Paghi per quanto produci. Più differenzi, meno paghi. Negozi del riciclo. La libertà di poter vendere i propri rifiuti, che tali non sono. Lattine, barattoli, bottiglie, hanno un valore di mercato. Centri del Riciclo. Li pagano i privati, servono a rendere efficiente il riciclo di tutti materiali che i cittadini destinano a raccolta differenziata.TMB. Trattamento meccanico biologico, capace di ridurre sensibilmente il rifiuto indifferenziato ed evitare l'inceneritore, che costerebbe diversi milioni di euro con danni a persone ed ambiente non quantificabile. Compostaggio per restituire al suolo agricolo quanto sottratto, per recuperare energia con la digestione anerobica dell'umido raccolto. Centro Studi Materiali non riciclabili in collaborazione con Università ed imprese del territorio per studiare i materiali ancora non riciclabili/compostabili e sostituirli in 10-15 anni nel ciclo produttivo locale.

- ILLUMINAZIONE PUBBLICA

Il miglioramento dell'efficienza energetica con la sostituzione delle lampade tradizionali con quelle più moderne a LED, consente di risparmiare circa il 50/60 % dell'energia elettrica, i costi di sostituzione delle lampade tradizionali che durano non oltre due anni (quelle a led almeno 12 volte di più), i costi di manutenzione, oltre al risparmio "ecologico" derivante dalle minori emissione di Co2. In più il LED è ad accensione immediata, non ha emissioni elettromagnetiche, non infastidisce la vista e riduce in maniera considerevole l'inquinamento luminoso, essendo facilmente direzionabile nelle sole zone di interesse. Questa tecnologia, come sperimentato da diversi comuni "virtuosi" in diverse zone d'Italia, prevede un investimento recuperabile in circa 10 anni, passati i quali l'amministrazione potrà beneficiare di sostanziosi risparmi, con benefici per l'intera cittadinanza, sia in termini economici che ecologici.

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