photo by Google immagini
Pochissimi cittadini sono a conoscenza che la nostra città può vantare la presenza di una pianta rarissima in Europa, Athamanta macedonica, distribuita in Italia esclusivamente sulla Collina Monforte nel SIC (Sito di Interesse Comunitario) IT7222125 “Rocca Monforte”.
Tale specie vegetale, classificata da
più fonti come “rara o vulnerabile”, conta non più di 300 esemplari e ha come
habitat preferenziale l’interno delle fenditure delle rocce, le mura di antichi
edifici o le opere murarie di contenimento delle sedi stradali. In particolare,
sulla collina Monforte è possibile individuarla principalmente lungo il Viale
del castello, viale Fratelli Pistilli Sipio e sulle pareti del Castello
Monforte.
Nei giorni scorsi è accaduto un
episodio gravissimo che ha purtroppo seriamente compromesso l’entità della
popolazione della rara pianta. In occasione di lavori di manutenzione e pulizia
degli argini stradali, effettuati per conto del Comune dagli operai dell’
ARSIAM, una quindicina di piante, in buona parte prossime alla fioritura, sono
state sfalciate, nonostante gli operatori fossero consapevoli della presenza di
questa essenza.
Quest’ultimi, infatti, durante i lavori, erano stati
puntualmente informati da un docente di botanica dell’Università del Molise,
Prof. Bruno Paura, presente in quel momento sul luogo e che, resosi conto dei
rischi di tale intervento, ne aveva richiamato l’attenzione, mostrando loro le
caratteristiche morfologiche e la localizzazione di Athamanta macedonica.
Dopo qualche ora la triste
scoperta: buona parte delle piante precedentemente segnalate, erano state
recise.
L’episodio, benché apparentemente
di poco conto, risulta in realtà gravissimo, data la particolare biologia
riproduttiva della pianta che fiorisce e fruttifica una sola volta nella sua
vita, morendo subito dopo. Si comprende pertanto che tale operazione di
ripulitura non selettiva ha parzialmente pregiudicato il naturale rinnovamento
della popolazione nel sito. Tale sconvolgimento offre peraltro il fianco alla diffusione
di specie infestanti e fortemente invasive come l’Ailanto, sempre più diffuso sulla collina Monforte, che rappresenta
il principale competitore di Athamanta macedonica.
Davvero inspiegabile come tali
episodi possano accadere all’interno di aree protette, come i SIC, dove tutte
le operazioni di manutenzione dovrebbero essere gestite e seguite nel rispetto
delle misure di conservazione degli habitat e delle specie di interesse
comunitario, e non affidate a generici operai privi di adeguata formazione. E’
opportuno ricordare che il sito in questione si caratterizza, oltre che per la
presenza della citata specie, anche per due habitat di interesse comunitario e
di ulteriori cinque specie di notevole interesse conservazionistico.
Alla luce di quanto accaduto,
emerge l’assoluta urgenza di adottare, per tutte le attività che interessano
habitat e specie all’interno dei SIC, le opportune misure di conservazione e
per le quali i competenti organi regionali dovrebbero rilasciare le
autorizzazioni e le specifiche prescrizioni tecniche atte a preservare uno
stato soddisfacente di conservazione.
Si rende quindi necessario
procedere attraverso una precisa strategia conservativa che preveda:
1) Un parziale e selettivo diradamento del rimboschimento a Pino nero per ampliare i siti potenzialmente idonei all’insediamento di Athamanta macedonica;
2) Una decisa azione di contenimento dell’Ailanto, in particolare nei siti prossimi alle popolazioni di Athamanta macedonica
3) la coltivazione della specie ex situ e la sua reintroduzione in situ.
Tali soluzioni elencate sono
state già proposte dalla Società Botanica Italiana nell’ambito delle misure di
conservazione degli habitat e delle specie e finalizzate alla realizzazione dei
Piani di Gestione del SIC “Rocca Monforte”.
La conservazione si dovrà
realizzare attraverso l’ampliamento ed il rinfoltimento della popolazione di Athamanta macedonica che rappresenta l’unica
peculiarità floristica esclusiva del nostro territorio e che andrebbe pertanto
tutelata e valorizzata, piuttosto che lasciata all’incuria o, peggio, nelle
mani di gestioni inappropriate.
photo by Google immagini
Nessun commento:
Posta un commento