07/11/18

Degrado al quartiere San Giovanni, si mobilitano le associazioni


Le Associazioni ambientaliste Fare Verde e Legambiente di Campobasso hanno raccolto l’appello lanciato dall’associazione “Il nostro Quartiere San Giovanni” mirato ad instaurare un percorso di rivalutazione di alcune aree del popoloso quartiere che versano in condizioni di degrado ed abbandono.
A seguito di un primo sopralluogo, è stata fissata la prima manifestazione unitaria che si terrà il prossimo 24 novembre nei pressi della Scuola Jovine dove verrà effettuato un intervento di pulizia e manutenzione degli spazi verdi e delle alberature. 

Con l’occasione saranno messe a dimora nuove piante ed alberi, con la partecipazione degli alunni dell'Istituto, anche in concomitanza del periodo di celebrazione della Giornata Nazionale degli Alberi, in programma il prossimo 21 novembre.
L’attenzione delle associazioni si è successivamente spostata nell’area verde antistante la stessa scuola, lungo via Friuli Venezia Giulia, ed in particolare nei pressi della struttura abbandonata , tristemente nota come il “bunker”, ovvero il manufatto di cemento nei pressi della rotonda, sorto nell'ambito del progetto “Contratto di Quartiere” ma mai portato a termine e diventato oggi luogo di estremo degrado.
All'interno della struttura abbandonata, oltre a rifiuti di ogni genere, un numero impressionante di siringhe usate, segnale evidente che il sito, recintato in maniera posticcia, antiestetica e pericolosa, è diventato nel tempo un ritrovo per balordi che mettono a repentaglio il decoro e la sicurezza dell’intero quartiere.
Al riguardo appare quanto mai necessario un intervento di bonifica e di messa in sicurezza dell’area, con la rimozione dell’attuale recinzione e sostituzione, nelle more di eventuali definizioni circa l’utilizzo del manufatto, con barriere o reti trasparenti che facciano da deterrenza per malintenzionati di ogni tipo.
Nei prossimi giorni le associazioni intervenute torneranno ad incontrarsi per definire le future strategie di intervento, con l’auspicio di un ampio coinvolgimento da parte dei residenti del quartiere, spesso già protagonisti di percorsi virtuosi di partecipazione e riappropriazione di spazi urbani compromessi.







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