24/09/09

La TRUFFA dell' INCENERITORE "ENERGONUT" di POZZILLI...

L’inaugurazione in pompa magna dell’ inceneritore “Energonut” di Pozzilli, rappresenta l’ennesima truffa ai danni dei cittadini e dell’ambiente.

…E così, un po’ nel silenzio, un po’ nell’indifferenza, ecco spuntare come per magia il primo inceneritore anche nella nostra regione. Quella che era nata come centrale a biomasse (in principio destinata a bruciare gusci di noccioline), si è trasformata strada facendo, a colpi di “restyling” in un inceneritore vero e proprio.
E’ paradossale come, a pochi mesi dalla mobilitazione contro l’ubicazione di un sito di stoccaggio di ecoballe sul confine regionale, adesso si “festeggia” l’apertura di un impianto che incentiva la produzione delle ecoballe stesse, ne importa da fuori regione e le brucia, ovvero la perfetta sintesi della cattiva gestione dei rifiuti, il fallimento del buon senso e l’affermazione delle peggiori logiche di spietati interessi privati a discapito della salute collettiva e della tutela del patrimonio ambientale.

L’incenerimento dei rifiuti oggi rappresenta l’antitesi di un sistema sostenibile, in netta contrapposizione alla ben più logica e moderna tendenza alla riduzione, al riutilizzo e al riciclaggio dei materiali; mentre l’Italia, con il solito ritardo, ricorre ad enormi investimenti per nuovi impianti di incenerimento, altri paesi, ben più evoluti su queste tematiche, hanno infatti abbandonato o stanno abbandonando, anche abbattendo gli impianti, l’incenerimento, per orientarsi verso le più virtuose pratiche della riduzione, del riutilizzo e del riciclo; pratiche in netta controtendenza rispetto all’incenerimento che creano un vero e proprio conflitto di interessi: l’inceneritore infatti necessita di grandi quantità di rifiuti ad alto potere calorifero, carta e plastica in particolare, cioè preziose materie prime riciclabili che invece vengono sottratte al recupero ed avviate alla distruzione nei forni con un bassissimo recupero energetico: appena un decimo dell’energia in essi contenuta, a fronte dell’oltre 50% ottenibile tramite il riciclaggio.

L’auspicato aumento della raccolta differenziata, rappresenterebbe quindi una minore quantità di “combustibile”; se poi si considera che spesso gli stessi enti o amministrazioni pubbliche sono parte integrante delle società che gestiscono tali impianti, ecco spiegato perché la raccolta differenziata stenta a decollare.

Non a caso l’Italia è l’unico paese europeo che finanzia l’incenerimento, attraverso la truffa dei CIP6, incentivando di fatto la produzione dei rifiuti anziché la riduzione ed il riciclaggio come previsto dalla strategia delle 4R (riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero) dell’’Unione Europea che infatti più volte ci ha severamente bacchettato e sanzionato.

L’impatto negativo, sia per l’ambiente che per la salute pubblica degli inceneritori, è ormai nota a tutti: Co, Co2, ossidi di azoto, acido cloridrico, anidride solforosa, diossine, metalli pesanti tra cui piombo, mercurio, cadmio e cromo, sono solo alcune tra le sostanze che, sottoforma di nanopolveri e nanoparticelle, vengono sprigionate senza che nessun filtro possa trattenerle; pensare oggi di far sparire i rifiuti semplicemente bruciandoli, è una favola a cui nemmeno il più ingenuo dei bambini crederebbe.

D’altronde, come ci insegna la fisica, nulla si crea e nulla si distrugge. Al massimo si trasforma; difatti per ogni tonnellata di rifiuti bruciati, si producono circa tre quintali di ceneri tossiche da smaltire in speciali discariche, mentre tutto il resto viene come detto, sprigionato nell’aria: un vero e proprio disastro ambientale con gravissime ripercussioni sulla salute pubblica, come dimostrato dal regolare incremento della mortalità derivante da diverse forme tumorali legate all’inquinamento ambientale nelle aree geografiche con presenza di inceneritori.

Con invito alla diffusione.

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