12/11/12

Accordo programmatico “energie nuove per uscire dalla crisi” per la diffusione di “economie verdi” nelle regioni del Sud Italia



Imprese del Sud e Fare Verde Onlus ritengono che la grave crisi economica palesatasi drammaticamente nel 2008 con lo scoppio della bolla speculativa relativa ai mutui suprime negli Stati Uniti, e ancora in corso all'atto della stipula del presente accordo, abbia tutti i caratteri di
una crisi epocale e di sistema. Per questo richiede approcci e strumenti completamente nuovi rispetto a quelli utilizzati in passato.
La crisi finanziaria è strettamente connessa alla crisi dei sistemi produttivi e dei consumi poiché, come osservato dal premio nobel per l'ecomia Joseph Stigliz, nei paesi occidentali negli scorsi decenni la produttività è cresciuta più della domanda. Il perseguimento di una sempre maggiore produttività dei fattori produttivi al fine di produrre e mettere in vendita una quantità sempre maggiore di prodotti e servizi con l'impiego di un numero sempre minore di addetti, ha  determinato nei paesi “avanzati” una sovrapproduzione di merci a fronte di una profonda crisi occupazionale e di una stagnazione dei redditi e della capacità di spesa.
Per alcuni anni il ricorso all'indebitamento, sia pubblico che privato, ha consentito di sostenere i consumi, anche a fronte di redditi medi che non crescevano. Soluzioni come il finanziamento pubblico di grandi opere, gli incentivi alla rottamazione o il credito al consumo – che negli ultimi decenni ha conosciuto un vero e proprio boom - per un certo periodo hanno consentito di mantenere i livelli di consumo al di sopra delle possibilità del sistema economico ed assorbire il sovrappiù produttivo. Lo stessa concessione da parte delle banche statunitensi di mutui a persone che non avevano i requisiti per ottenerlo – clientela cosiddetta “subprime” – ha consentito di sostenere un mercato immobiliare che diversamente sarebbe entrato in una profonda crisi.
Allo stato attuale, i livelli raggiunti dall'indebitamento sia pubblico che privato rendono inapplicabili per il futuro ulteriori politiche economiche di sostegno alla domanda che non siano correlate a concreti e misurabili risparmi.
Allo stesso tempo, la crisi economica si interseca con una crisi altrettanto grave e drammatica: quella ambientale. Un consumo di risorse naturali sistematicamente superiore a quello che gli ecosistemi possono sopportare senza deteriorarsi, unitamente alla produzione di una quantità di emissioni inquinanti – solide, liquide e gassosse – costantemente superiore a quella che l'ambiente sarebbe in grado di assorbire, non è più immaginabile per il futuro. Riscaldamento del pianeta e stravolgimenti climatici, provocando siccità o precipitazione di straordinaria intensità e frequenza, erosione e depauperamento dei terreni agricoli, calo delle produzioni animali, stanno già determinando danni economici al settore primario dell'agricoltura. Allo stesso modo, la drammatica combinazione tra fenomeni climatici estremi e eccessivo consumo di suolo stanno causando, con una frequenza sempre maggiore rispetto al passato, devastazione, morti e ulteriori danni economici.
Una panoramica su tutti gli studi disponibili sul picco e la disponibilità di materie prime e fonti energetiche fossili e minerarie evidenzia come si vada incontro nei prossimi decenni ad un'inesorabile esaurimento delle risorse non rinnovabili che attualmente i paesi più industrializzati e quelli emergenti utilizzano per i loro processi di produzione e consumo. In termini economici ciò si trasformerà, secondo il parere di esperti, in un'inevitabile incremento dei costi secondo le più elementari leggi del mercato.
Di fronte a questo scenario che pone una seria ipoteca sulla possibilità di sperimentare in futuro ulteriori crescite quantitative di produzione e consumi e che ha i caratteri della crisi epocale piuttosto che quelli di una ciclica congiuntura economica negativa, le imprese devono reagire con risposte strategiche capaci di futuro. In particolar modo, le piccole e medie imprese possono e devono reagire con una velocità ed una flessibilità che è propria di strutture organizzative piccole e snelle per meglio adattarsi ai mutati scenari economici.
Impegno, senso di responsabilità, passione per il proprio lavoro e abnegazione che da sempre dimostrano piccoli imprenditori e artigiani affrontando piccole e grandi difficoltà di mercato, devono essere indirizzate verso un nuovo sentiero strategico che tenga conto, insieme alle potenzialità del territorio, delle tendenze globali dell'economia.
Contemporaneamente, cittadini e pubblica amministrazione devono essere stimolati a generare una domanda di beni e servizi caratterizzati sempre di più da sostenibilità economica e ridotto impatto ambientale. Qualsiasi sforzo imprenditoriale che non incontrasse una adeguata risposta da parte dei mercati attuali o potenziali sarebbe, infatti, inefficace e destinato all'insuccesso.

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